martedì 3 febbraio 2015

Present Moment, Wonderful Moment


Nella stagione 1992-93 ero impegnato nella regia del 3131, il popolare programma di Rai RadioDue, che in quell'anno era condotto da Paolo Restuccia e Gianluca Nicoletti. Trascorrevo tutto il tempo negli studi di via Asiago, la mattina per la trasmissione in diretta, il pomeriggio per la preparazione di quella del giorno dopo. Non di rado passavo anche dodici ore al giorno là dentro, ma non mi dispiaceva. Lavoravo con passione, il team redazionale era molto energico ed energetico e non mancavano le soddisfazioni di vedere gli effetti di un tale impegno.

Questo per dire soltanto che non avevo la possibilità di fare altro. Grande fu quindi la mia sorpresa quando la Signora Lidia Motta, capostruttura della rete, mi convocò per propormi di realizzare un documentario e partecipare come Rai al festival di documentari radiofonici "Prix Futura Berlin", che si svolgeva ogni anno nella capitale tedesca.

Ma come potevo fare un documentario in quelle condizioni? Come potevo star fuori, incontrare gente, raccogliere testimonianze? Sembrava veramente impossibile. Abituato all'idea che a tutto c'è sempre una soluzione, non mi tirai indietro, ma mi presi un po' di tempo per pensarci. A casa, in mezzo al mio archivio sonoro, che già all'epoca era piuttosto corposo, mi guardai intorno per vedere se mi veniva qualche idea.

Da anni raccoglievo le registrazioni dei discorsi dei maestri che conducevano i ritiri spirituali di Vipassana, la meditazione di origine buddista che seguivo fin dai tempi dell'Università, da quando cominciai a frequentare Corrado Pensa all'Istituto Orientale de "La Sapienza". Noto professore, allievo diretto del grande orientalista italiano Giuseppe Tucci, che lo precedette presso la stessa cattedra, fondatore dell'Ismeo, l'Istituto del Medio Estremo Oriente, Corrado, come affettuosamente lo chiamavamo noi studenti, affiancava l'attività universitaria all'insegnamento della meditazione sul respiro, che aveva approfondito e su cui si era specializzato tra l'altro presso l'Insight Meditation Society di Barre, Massachusetts.
In circa dodici anni, anche grazie alle attività dell'A.me.co., l'Associazione per la Meditazione di Consapevolezza che nacque in quegli anni, tutt'ora esistente con sede a Roma, avevo raccolto un archivio piuttosto consistente, da cui effettivamente avrei potuto attingere molto materiale per farne un documentario.

La cosa importante era centrare l'argomento. Occorreva un'idea particolare che potesse rendere utili ed accettabili tutte queste registrazioni. Si presentavano infatti alcuni grossi ostacoli: quasi tutti i materiali erano in lingua inglese, eccetto i discorsi di Corrado; inoltre non avevo altro se non ore e ore di discorsi; non una testimonianza di un praticante, non una ripresa delle scene di vita di un ritiro. Tra l'altro questo genere di ritiri si svolgono in totale silenzio. I partecipanti trascorrono giorni o settimane senza dire una parola. L'unico momento della giornata in cui si ascolta qualcosa di significativo è appunto il momento del discorso serale. Come fare?

In quell'epoca ero anche un appassionato ricercatore delle sperimentazioni audio che provenivano dalla grande tradizione che fin dagli anni Settanta la Rai aveva portato avanti per liberarsi dalle regole e limiti che interferiscono con la ricerca di espressione. L'archivio Rai era ricchissimo di esempi di questo genere, grazie anche a programmi come Fonosfera e Audiobox, allora diretti dal mitico Pinotto Fava, che cercavano di superare quei generi ben definiti che si limitavano alla musica o al radiodramma, per tentare di trovare diverse linee di scrittura e nuove grammatiche descrittive. Altri tempi!

L'idea arrivò ascoltando un'opera di John H. Rieger, artista e produttore californiano di documentari radiofonici. L'opera si intitolava "Windows" (Finestre); un lavoro imperniato sulla pura gioia di ascoltare il panorama sonoro proveniente dall'apertura di una finestra. Ogni volta che si apriva la  finestra si assisteva ad un diverso aggregato di suoni, specifico di un determinato ambiente naturale, che sollecitava ad un ascolto attento di ciò che colpisce le nostre orecchie e a cui spesso non facciamo caso. Un concetto che è anche alla base della meditazione di consapevolezza, consistente tra l'altro anche in un esercizio di attenzione vigile ai suoni.

Per deformazione professionale non sono mai stato interessato alla ricerca artistica pura e fine a se stessa, ma mi ha sempre estremamente affascinato l'applicazione pratica di nuovi moduli formali per veicolare messaggi comunicativi. Da qui l'idea: perché non realizzare un prodotto sonoro che potesse accompagnare una seduta di meditazione, della durata in genere di quaranta minuti, che avesse al suo interno questo stesso gioco di finestre e che potesse accompagnare una serie di suggestioni provenienti dai diversi discorsi che avevo a disposizione?

Una sorta di documentario sul silenzio della meditazione, che in effetti può ben apparire omologo all'intenzione paradossale di filmare l'invisibile, di cui questo blog vuole essere un diario personale.

http://plumvillage.org/about/thich-nhat-hanh/

Un lavoro quindi non esattamente documentaristico, sebbene all'interno volessi offrire anche delle informazioni sull'A.me.co. e i suoi insegnanti, ma piuttosto un certo tipo di supporto audio che potesse fungere esso stesso da stimolatore di un certo tipo di ascolto radiofonico, seguendo la stessa filosofia creativa che aveva guidato il mio lavoro sperimentale "Labirinti", di cui ho già parlato qui.

Proposi l'idea e venne accettata. Nei ritagli di tempo che mi rimanevano dal lavoro svolto in studio, assemblai dunque questo documentario e gli diedi il titolo di una famosa frase del maestro vietnamita Tich Nath Hanh, Present moment, wonderful moment, che ben delineava lo spirito della meditazione di consapevolezza e che era presente tra le mie registrazioni. In capo ad un mese completai il documentario, che fu spedito al festival, dove partecipai direttamente per tutti i dieci giorni della sua durata.

Qui la ricezione del lavoro non fu entusiasta, per una serie di motivi del tutto condivisibili, visto che l'impostazione anglosassone che governa questo genere di prodotto comunicativo privilegia essenzialmente la natura originale delle registrazioni audio. Già il fatto che decisi di doppiare in italiano gli interventi in inglese era assolutamente fuori i parametri valutativi del festival. Sta di fatto che il lavoro doveva andare in onda anche su Radio Rai quindi non ne potevo fare a meno. Anche il fatto che l'audio dei panorami sonori provenienti dalle finestre non erano originali, ma recuperati dalle sonorizzazione ambientali che in genere si usavano in studio, era qualcosa di poco accettabile.

Insomma, ai miei occhi poteva apparire un lavoro interessante, concettualmente parlando, perché in fondo non avevo voluto documentare una situazione specifica esistente, ma presentare in generale il concetto spirituale che sta alla base della ricerca interiore attraverso la meditazione.  Agli occhi della commissione che giudicava i lavori presentati, invece non lo era affatto, e giustamente, devo dire.  Quindi non vinsi alcun premio, ma per me fu ugualmente un'esperienza assai formativa.

Un'ultima nota, del tutto biografica, che ha solo un'importanza relativa. Mi chiesi come mai la Signora Motta mi propose questa cosa, che era abbastanza fuori dal comune nell'ambiente lavorativo di RadioRai, costituito da programmisti-registi impegnati esclusivamente alla realizzazione del programma per cui erano stati contrattualizzati a "tempo determinato", i famosi TD.

La risposta mi venne dagli eventi che nacquero nella struttura di RadioRai di quegli anni. I dirigenti stavano infatti decidendo su alcuni nomi di tale serbatoio, idonei a poter essere assunti definitivamente in Rai. Tutti sapevano, perché non lo nascondevo, che a me non interessava l'assunzione definitiva. Con il suo atteggiamento protettivo ed eticamente orientato, la Signora Motta, che avrebbe voluto invece assumermi per le qualità che avevo dimostrato in tanti anni, decise di aiutarmi con la partecipazione a quel festival, che poteva in qualche modo nutrire positivamente il mio curriculum per un'attività che si andava delineando dunque come libero professionista.

Era la stessa motivazione per cui sempre nel 1993 fui vincitore del XXI premio dell'Associazione Nazionale dei Critici Radiotelevisivi - Ente dello Spettacolo, come "Miglior regista radiofonico dell'anno".

Gli insegnanti di meditazione presenti nel documentario sono:
Corrado Pensa, Fred Von Allmen, Christina Feldman, Christopher Titmuss, Stephen Batchelor, Ajahn Sumedho, Tich, Nath, Hanh.

Le voci dei doppiatori e degli annunciatori sono:  
Gianni Bersanetti, Stefano Billi, Delia D'Alberti, Luca Della Bianca, Ennio Libralesso, Laura Mercatali.

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