venerdì 16 gennaio 2015

Radio Rai Web

http://www.rai.tv/dl/portaleRadio/media/ContentItem-03321c66-90db-47e5-bc21-6ece9f480101.html#

Ho inaugurato da poco in questo blog la pubblicazione di materiali provenienti dalla mia esperienza a RadioRai. Si potrà dire che dal mondo del documentario, oggetto principale di questo sito, al programma radiofonico ce ne corre di differenza. E' vero, ma non così tanta. Se si resta ancorati al dato sensibile è ovvio, la differenza c'è, intanto perché il primo è un audiovisivo e il secondo è solo un audio.

Ma andiamo oltre la superficialità di veduta e scopriamo che prima di tutto sono entrambi prodotti comunicativi con una base tecnologica; entrambi possono arrivare al cuore del fruitore; entrambi possono avere lo stesso concetto di regia, ovvero di filosofia e prassi della messa in scena.

Di fatto la Regia che ho imparato a fare dapprima nello studio radiofonico, si è rivelata poi estremamente efficace anche nel video. Ricorderò sempre la definizione della Radio che mi diede un regista della BBC un giorno del 1993 quando ero a Berlino, durante un concorso di documentari radiofonici. "La Radio - disse -  non è altro che una forma sofisticata di televisione".

Ecco, in questo senso la radio è molto ma molto più raffinata della televisione. Perché? Ma perché nell'ascolto delle sole voci, dei suoni, dei rumori, della musica, può, anzi deve, intervenire l'immaginazione dell'ascoltatore. Si tratta di un quadro visivo che si completa in una forma assolutamente originale, che mai nessun regista potrà mai realizzare. L'ascoltatore è più attivo, in tutti i sensi, sia intimamente che fisicamente. Quando ascoltiamo la radio possiamo muoverci, fare altre cose, piuttosto che dover restare in una immobilità catatonica di fronte allo schermo.


Detto questo, dobbiamo anche dire che la radio di cui parlo e la radio che oggi non esiste più: la radio degli sceneggiati, del dialogo con gli ascoltatori, delle cavalcate sull'onda dei ricordi e della creatività compositrice dei conduttori di una volta. E' la radio che non aveva il fiato corto, che non veniva continuamente interrotta dagli spot pubblicitari, dalle informazioni sul traffico e sul tempo che fa.

Oggi la radio è diventata sinonimo di servizio pubblico informativo, deve essere utile alla nostra organizzazione quotidiana e non può più lasciarsi andare alla poesia dell'ascolto. Inoltre oggi si sta tentando un'altra operazione. Con la rivoluzione digitale è diventato tutto multimediale; che sia audio, visivo o testuale,  tutto è fruibile via internet, la tecnologia è la stessa.

Dal momento che comunque siamo di fronte allo schermo di un computer, sembra sia più conveniente per tutti che l'audio sia possibilmente sempre accompagnato anche da un video. In questo modo RadioRai, con i suoi vecchi programmi che avevano una sigla di inizio e di fine, con nessuna interruzione in mezzo, che non trovano più spazio nella radio odierna, si sta trasferendo sul web.

E' da qualche anno infatti che Radio Rai ha avviato una grosso trasferimento delle sue teche presso il web. Ha così creato tre canali radio, il WR6, WR7, WR8, di cui il primo:

è il canale web “all speech” che sulle sue frequenze racconta, tramite la voce di coloro che ne sono stati i protagonisti, la storia, la cultura, il costume e la società italiana degli ultimi decenni. Grazie a WR6 vi immergerete in un patrimonio comune di emozioni vissute sulle onde dei tre canali di Radio Rai, Radio1, Radio2 e Radio3 e le riassaporerete in un flusso armonico di voci. Una programmazione dedicata agli affezionati della “parola alla radio” che abbraccia tutto l’arco della giornata con interviste, personaggi, rubriche e documenti che puntano a far riscoprire e valorizzare alle orecchie degli ascoltatori il prezioso patrimonio culturale dell’Audioteca Radio della Rai, una tra le più grandi e importanti collezioni europee di documentazione sonora. Questo patrimonio è fruibile anche in versione podcast, così da poter scaricare le puntate dei programmi che più vi interessano.

E' così che è emerso dal mondo dell'oblio uno dei tantissimi (centinaia? migliaia? chi lo sa?) servizi che montavo ogni giorno all'interno del turno di studio assegnato al 3131, lo storico programma di RadioDue che ha collezionato oltre 5000 puntate in quasi trent'anni di programmazione.

L'amica Elisabetta De Toma, che ora lavora presso RadioRaiWeb, con cui ho condiviso la redazione di non so più quale programma, comunque alla fine degli anni '90, mi ha voluto fare dono gradito della didascalia che accompagna il video qui presente. L'audio è il servizio che avevo realizzato.

http://www.rai.tv/dl/portaleRadio/media/ContentItem-03321c66-90db-47e5-bc21-6ece9f480101.html#


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